Benvenuto, oh lettore sfortunato!
E' troppo corta la vita per farla tanto lunga. Nel curricolo
potete trovare l'essenziale, aggiornato una volta l'anno - si solito a luglio. Qui, vi dico solo
la differenza, secondo me, fra scrittore e narratore: il narratore narra, lo scrittore scrive! O bravo!
Nel senso che il narratore racconta, riferisce o inventa storie. Le storie hanno personaggi, azioni,
pensieri, descrizioni. Lo scrittore, scrive e basta - e scrive di tutto. Occasionalmente anche storie,
ma anche - e soprattutto - articoli, riflessioni, metafore, poesie, scritture digitali. Tutto. Il narratore
è schiavo della struttura narrativa, è obbligato nel labirinto della storia, imprigionato; disciplinato, forse
anche abitudinario. Lo scrittore è anarchico, libero totale; ma a sua volta subisce forme di schiavitù, come
la servitù all'arbitrio. La libertà è una tiranna e lo scrittore ne approfitta; scrive se e quando ha voglia.
Può farsi una birra o un mezzo litro di rosso quando gli pare, invece di stare a una scrivania; finanze permettendo.
E, poiché non permettono quasi mai, quelle rare volte è bene approfittarsi. La libertà è una responsabilità. E le
responsabilità pesano.
Quindi, o lettore di scritture non solo narrazioni, o lettore sfortunato, "- ipocrita lettore, - mio simile - fratello"
(Baudelaire), quindi: riempi il bicchier che è vuoto, vuota il bicchier che è pieno, non lo lasciar mai vuoto, non lo
lasciar mai pieno e brinda alla salute tua.
CIN, PROSIT.